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Oculus Go

Oculus Go è la nuova frontiera della realtà aumentata prodotta da casa Menlo Park. Nell’ ambito dell’annuale conferenza F8 dedicata agli sviluppatori, la società ha lanciato uno dei suoi prodotti più importanti degli ultimi mesi: Oculus Go, il visore che nelle intenzioni del gruppo dovrebbe finalmente mettere la realtà virtuale alla portata del grande pubblico.

Il gadget, si può definire un ibrido tra l’originale e più sofisticato Oculus RiftGear Vr, la soluzione mobile escogitata in collaborazione con Samsung che per funzionare utilizza la potenza di calcolo e il display degli smartphone Galaxy S e Note.

Oculus Go promette un’esperienza di realtà virtuale accessibile ed economica. Infatti si propone a prezzi concorrenziali per essere un visore all inclusive: in vendita completo di controller con accelerometro, si può acquistare online al prezzo di 219 euro per la versione da 32 gb e di 269 per quella da 64. Nei negozi fisici invece arriverà quest’estate.

oculus go

Come è fatto?

Basato su linee essenziali e su un look sobrio, Oculus Go è protetto da una scocca in plastica che si rivela estremamente robusta e dà l’idea di saper resistere a maltrattamenti e cadute.

Il gadget pesa 467 grammi, ma il suo peso è ben bilanciato e quasi non si sente addosso. Piuttosto, dopo un periodo prolungato di utilizzo, la trama che ricopre il morbido rivestimento a contatto col viso rischia di irritare leggermente la pelle, ma non è niente che costringa a interrompere l’uso.

L’unico problema fastidioso riscontrabile è l’appannarsi delle lenti quando il visore è particolarmente freddo, un problema che però è in qualche modo comune a tutti i visori. Bene anche il controller, che, anche se un po’ plasticoso, risulta leggerissimo, preciso e impugnabile in modo molto comodo. A bordo si trovano un grilletto, un touchpad, sotto il quale sono nascosti quattro tasti, un pulsante per tornare indietro nei menù e uno che riporta alla schermata iniziale del sistema Quest’ultimo, se tenuto premuto, ricalibra la visuale.

oculus go

… e Ancora

Il visore è costruito da Xiaomi sulla base di specifiche molto simili a quelle del cugino Gear Vr di casa Samsung. La differenza qui è data dal fatto che visore, display e unità di elaborazione costituiscono un unico blocco, ma la tecnologia a bordo è per certi versi comparabile.

A posizionare Oculus Go più vicino a Gear Vr che a Oculus Rift c’è anche il processore a bordo, uno Snapdragon 821 che ancora oggi carica le app con ragionevole velocità. Certo, trattandosi di esperienze complesse, i tempi di avvio sono più lunghi di quelli a cui siamo abituati in ambito smartphone. Si tratta comunque di pochi secondi di attesa prima di immergersi in mondi completamente nuovi.

La complessità della grafica non è al livello di ciò che potrebbe gestire la potenza di calcolo di un pc, ma una volta avviati, giochi e applicazioni non perdono un fotogramma;

Bene anche il comparto audio, che non è composto da cuffie ma da un sistema di altoparlanti nascosti nella scocca. Le casse fanno un ottimo lavoro: il suono emesso è corposo e sufficientemente ben distribuito da dare l’illusione di trovarsi al centro dell’azione. Inoltre non isola completamente dal mondo esterno chi indossa il visore.

Oculus Go realtà virtuale

Oculus Go insomma si fa utilizzare con piacere. Per farlo non occorre collegarlo via cavo ad alcun dispositivo, né inserirci dentro il proprio smartphone controllando prima che sia ben carico. Il visore si può usare in piedi o seduti (magari su una comoda sedia girevole). Grazie a una funzione per centrare la visuale in qualunque posizione, alcune app come il browser e Netflix possono essere utilizzate anche a pancia in su, completamente spaparanzati sul letto. Il telefono da associare al gadget insomma serve solo per l’impostazione iniziale e come metodo aggiuntivo per installare le app. Tutto ciò fa venire voglia di prendere Go dalla scrivania e indossarlo molto più spesso di quanto non avvenga con ogni altra alternativa.

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2018-07-03T14:23:39+02:00